Si è svolto il 13 novembre il Tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico su Transizione 4.0, presieduto dal Ministro Stefano Patuanelli, a cui hanno partecipato le associazioni che rappresentano il tessuto imprenditoriale del nostro Paese, tra le quali anche una delegazione Airi – Associazione Italiana per la Ricerca Industriale.
L’incontro ha avuto l’obiettivo di avviare un confronto sui risultati raggiunti in questi anni dalle misure previste dal Piano Impresa 4.0, al fine di migliorare gli strumenti già esistenti e individuare un nuovo assetto, che attraverso una programmazione pluriennale possa supportare PMI e Grandi imprese verso una transizione tecnologica che premi anche la sostenibilità ambientale.
In apertura del tavolo, il Ministro Patuanelli ha illustrato dapprima i dati disponibili relativi al 2017 delle principali misure agevolative (iper e super-ammortamento, credito d’imposta per le spese in ricerca e sviluppo), dai quali si evince come il Piano Impresa 4.0 abbia premiato maggiormente le medie e grandi imprese rispetto alle imprese di minore dimensione. Inoltre, è stato sottolineato come dopo un 2017 record negli ordinativi interni di macchine utensili, si è registrato a partire dal 2018 un progressivo calo degli ordini che si è andato ad accentuare nei primi nove mesi del 2019.
Il Ministro ha sottolineato come sia necessario portare avanti un percorso condiviso con gli attori presenti al tavolo, migliorando lo schema della legge di bilancio per il 2020-2022, con la quale il Governo ha stanziato complessivamente risorse pari a circa 7 miliardi di euro per la proroga al 2020 delle misure fiscali del Piano e l’introduzione per gli anni 2020-2022 del credito d’imposta sull’economia circolare (green economy).
L’obiettivo è quello di procedere ad un riassetto delle misure fiscali del Piano su una base di programmazione pluriennale, potenzialmente in grado di ampliare fino al 40% la platea delle imprese beneficiarie, incrementando significativamente il numero delle PMI. In particolare, procedendo alla razionalizzazione e alla semplificazione dell’utilizzo degli strumenti da parte delle imprese, attraverso la trasformazione di iper e super ammortamento in credito d’imposta a intensità crescente, si punta ad incentivare di più rispetto agli anni precedenti gli investimenti in formazione 4.0 e in trasformazione tecnologica e digitale, soprattutto se finalizzati alla sostenibilità ambientale. Inoltre si punta a valorizzare gli investimenti nei settori dell’innovazione e del design che rappresentano dei capisaldi del Made in Italy.
Nel corso dell’incontro è stato infine ricordato che il MISE dedica alle tematiche relative alla Trasizione 4.0 alcuni interessanti agevolazioni a sportello per grandi progetti di R&S focalizzati su industria sostenibile, agrifood, economia circolare, fabbrica intelligente, riconversione produttiva, scienze della vita.
L’intervento di Airi – che si caratterizza soprattutto per le capacità di analisi previsionale delle tecnologie prioritarie per l’industria a breve-medio termine – si è soffermato nello specifico sui seguenti punti:
- Positiva la conferma degli incentivi 4.0 per gli investimenti (iperammortamento e superammortamento), anche se sembra più rivolta alle PMI che alle Grandi Aziende, e la contestuale introduzione di un nuovo credito d’imposta per la realizzazione di progetti ambientali che includono beni strumentali nuovi;
- In merito alla revisione del Piano Industria 4.0, è necessario garantire alle imprese un orizzonte temporale pluriennale per la programmazione degli investimenti e un rafforzamento sui temi della sostenibilità, mantenendo lo stesso livello di risorse finanziarie e di incisività in termini di modernizzazione del sistema produttivo, anche sul versante occupazionale;
- Sui temi dell’istruzione e della formazione, è accolta positivamente la proroga al 2020 del credito di imposta per la formazione 4.0, che persegue il condivisibile obiettivo di aggiornamento del capitale umano in coerenza gli obiettivi di Industria 4.0. Risulta comunque indispensabile un disegno complessivo di investimento sulle competenze, necessario per rispondere alla richiesta di figure professionali qualificate;
- In tema di innovazione, altrettanto positive sono valutate le misure volte a innalzare dal 25 al 50% il credito di imposta delle spese per investimenti in attività di ricerca e sviluppo, effettuati (fino al 31 dicembre 2020) nelle regioni meridionali. Tuttavia la misura sembra configurarsi come un Aiuto di Stato a differenza della misura in vigore su scala nazionale, Misura fiscale a carattere Generale; ciò può generare delle complessità in termini di computo del beneficio fiscale complessivo per il beneficiario (cumulo) e soprattutto in fase di controllo;
- Sarebbe auspicabile prevedere una unica misura nazionale permanente del Credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo con meccanismo misto sia a volume con percentuali di beneficio più basse, che incrementale con misure di beneficio più elevate per incentivare sia quelle realtà imprenditoriali che ogni anno mantengono stabili gli investimenti in R&S, sia quelle che li aumentano;
- E’ infine apprezzabile l’emanazione dei recenti bandi sui Grandi Progetti di R&S nei settori applicativi Agenda Digitale ed Industria Sostenibile, Fabbrica Intelligente, Scienze della Vita e Calcolo ad alte presentazioni.
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