Come saranno le nostre città nel 2030 e quali problemi sarà prioritario risolvere?
Questo è l’ultimo tema affrontato da alcuni esperti nel ciclo di incontri dedicato alle tecnologie per le costruzioni sostenibili del SockETS Lab italiano.
Abbiamo ascoltato il punto di vista di Edoardo Zanchini (Legambiente), Pierfrancesco Maran (Assessore del Comune di Milano), Sara Grassi (Associazione Nazionale Costruttori Edili – ANCE – Lombardia) e Stefania Striato (Green Building Council Italia – GBC), con cui avevamo già parlato di edilizia e costo dell’energia, del bisogno di nuove norme e dell’importanza della partecipazione.
Numerose questioni da affrontare
Sara Grassi di ANCE pone come principale problema quello del miglioramento dei trasporti, sia interni alle città sia esterni, per collegarle al loro hinterland. Necessari, inoltre, gli interventi di rigenerazione urbana, per incrementare il senso di appartenenza dei cittadini al proprio quartiere e città.
Edoardo Zanchini di Legambiente indica la sostenibilità, come unica via da seguire per il 2030, in tutti i settori problematici. Consumi energetici, gestione di rifiuti e materiali e, naturalmente, trasporti. In particolare, la mobilità dovrà essere pubblica, integrata con lo sharing e con percorsi ciclabili e pedonali.
Stefania Striato di GBC parla di città che dovranno essere più resilienti. Edifici e assetto urbanistico vanno ripensati per mitigare e affrontare in maniera più strutturata l’impatto dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento delle temperature. Le città dovranno offrire ai cittadini più spazi aperti, confortevoli, ombreggiati e verdi, che mitighino il microclima urbano. Inoltre, forniranno loro stesse i materiali di cui avranno bisogno: saranno banche di materiali non solo gli edifici, ma anche le infrastrutture sotterranee.
Dall’alto e dal basso
A tutti questi cambiamenti “dall’alto” serve aggiungere quelli comportamentali da parte di tutti, ad esempio cominciare a pensare alle città stesse come risorse di materiali che potranno essere usati in futuro per altri cantieri. L’Assessore del Comune di Milano Pierfrancesco Maran porta come esempio positivo il post pandemia a Milano: oltre 4000 attività commerciali hanno occupato marciapiedi e strade con i loro dehors, mentre i ciclisti sono aumentati del 40/50%. È un cambiamento dello spazio pubblico epocale, che non sarebbe successo solamente con un investimento infrastrutturale: è cambiata la mentalità dei cittadini.
È facile immaginare le città del 2030 come luoghi nuovi, investimenti e grandi opere, ma probabilmente avrà più un effetto positivo e duraturo ciò che impatta in maniera diffusa sulla mentalità delle persone.
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