Innovazione e sostenibilità nell’edilizia: servono nuove norme

I risultati del secondo SocKETs Lab italiano su edilizia e costruzioni sostenibiliCome introdurre innovazioni tecnologiche che favoriscano l’economia circolare nella filiera edile, in particolare per riciclo e riuso dei materiali?

Questo è il tema affrontato da alcuni esperti  nel ciclo di incontri dedicato alle tecnologie per le costruzioni sostenibili  del SockETS Lab italiano.

Hanno risposto Edoardo Zanchini (Legambiente), Pierfrancesco Maran (Assessore del Comune di Milano), Sara Grassi (Associazione Nazionale Costruttori Edili – ANCE – Lombardia) e Stefania Striato (Green Building Council Italia – GBC), con cui avevamo già parlato di edilizia e costo dell’energia.

Norme da aggiornare

Bisogna agire sulle norme, dall’ambito normativo europeo a quello amministrativo locale, come sostengono gli esperti coinvolti.

Sara Grassi di ANCE si fa portavoce delle imprese che, già pronte e competitive nel riuso e riciclo, sono frenate dal lento recepimento delle innovazioni da parte dagli enti pubblici: tempi di autorizzazione lunghi e norme obsolete sono il principale ostacolo al diffondersi di nuove pratiche e tecnologie più sostenibili.

Anche l’Assessore Pierfrancesco Maran, del Comune di Milano, concorda: servono rapidamente nuove regole, che consentano particolarmente il riuso sul posto e valutino l’impatto ambientale in senso più ampio. Ad esempio, quanto siano più inquinanti la produzione e il trasporto di nuove materie prime rispetto all’utilizzo di materie prime seconde.

Informazioni e prestazioni

Stefania Striato di GBC sottolinea un altro aspetto: la disponibilità di dati. Servono piattaforme che raccolgano informazioni sui materiali provenienti da edifici in decostruzione, per creare “passaporti di materiali” e poterli sempre tracciare; così sarebbe possibile riutilizzare questi materiali, trasferendoli in cantieri di nuova realizzazione o manutenzione.

Per favorire ulteriormente questo ciclo di end of waste bisogna anche progettare piani di decostruzione selettiva e di disassemblaggio degli edifici, una volta finita la loro fase d’uso.

Le fa eco Edoardo Zanchini di Legambiente, proponendo di introdurre negli appalti (torna quindi il tema normativo) un approccio prestazionale: a parità di prestazioni, favorire i prodotti che vengono da recupero, riciclo e riuso.

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