“Perché, come afferma il Presidente Airi, Andrea Bairati: “come nella demografia un calo della natalità si riflette sulle generazioni successive, così in economia un calo del tasso di creazione d’impresa rappresenta, per un paese, una perdita di ricchezza non recuperabile. Oggi le imprese vivono mediamente di meno. La competizione è più dura e ampia, la digitalizzazione accorcia i tempi di vita del prodotto. Sono le nuove imprese ad alto valore aggiunto che migliorano la produttività generale e sostituiscono unità operative marginali con altre nuove ad alto valore”.
L’Italia per gareggiare alla pari con le altre potenze globali deve “potenziare gli investimenti in ricerca industriale e selezionare le tecnologie su cui la gara la può realisticamente fare e su cui deve concentrare le risorse che riceverà. Su questo Airi è un osservatorio qualificato con il suo rapporto biennale sulle Tecnologie prioritarie e con le competenze che mette a disposizione.”
La creazione di nuova impresa industriale è una grande ricchezza del paese, un polmone per il futuro, una risposta alla domanda di opportunità che ci chiedono i giovani di qualità.
“Startup e nuove imprese sono un asset e possono dare un contributo molto importante, cioè sostituire parti di economia a bassa crescita con nuovi prodotti ad alto valore tecnologico, creando lavoro di qualità”.
“Abbiamo bisogno poi, delle grandi imprese italiane che possono fare innovazione comprando startup e delle università che possono dare un apporto essenziale, perché uno dei nodi da sciogliere è infatti la formazione dei team imprenditoriali, spesso con un’impronta culturale prevalentemente teorica e accademica, non sempre adeguata e sufficiente al mercato. Per questo Airi pensa a una scuola italiana per startupper che formi i management team con la visione dell’industria, della tecnologia, della finanza e del mercato, più che dell’accademia. Perché spesso buone o ottime idee falliscono per team managerialmente inadeguati”.
Leggi l’intervista completa del Presidente Airi, Andrea Bairati, su Forbes.