La Ricerca e Sviluppo in Italia e nelle catene internazionali del valore: R&S Dati statistici Airi

La Ricerca e Sviluppo in Italia e nelle catene internazionali del valore

La Ricerca e Sviluppo in Italia nel 2020

Gli effetti della pandemia sulla Ricerca e Sviluppo si sono manifestati nella spesa nazionale in R&S nel 2020, con risultati peggiori delle previsioni (Dati ISTAT).

Si tratta di un 4,7% in meno rispetto all’anno precedente, con una spesa di poco più di 25 miliardi di euro (a prezzi correnti).

La spesa delle imprese (circa 15,5 miliardi di euro) subisce la maggiore contrazione (- 6,8%) ma si stima una ripresa già nel 2021 (+5,2% sul 2020) e nel 2022 (+3,9% sul 2021).

Il lockdown ha certamente influito sulla mobilità del personale nei centri di ricerca delle imprese (e nei laboratori delle Istituzioni pubbliche e delle Università) che hanno continuato a svolgere soprattutto ricerca di base mentre hanno dovuto contrarre le attività di ricerca applicata e lo sviluppo.

Le imprese

Le medie (-17% di spesa) e le piccole imprese (-27%) subiscono la maggiore contrazione degli investimenti in R&S mentre le imprese più grandi e strutturate hanno tenuto il contraccolpo sulla R&S svolta in house (+2,2%).

Le attività estrattive sono tra i settori che hanno subito la peggiore performance nella spesa in R&S mentre hanno aumentato le attività i settori della farmaceutica, la fabbricazione di trasporti, i servizi di telecomunicazione, la sanità, le attività finanziarie.

Le fonti di finanziamento

Anche se ridotte del 3%, le fonti di finanziamento (13,2 miliardi) della R&S nazionale continuano a provenire soprattutto dalle imprese (52,8%). Aumenta la spesa finanziata dal pubblico (+1,4) e dall’estero (+1,7%).
Particolarmente interessante è rilevare che nel 2020 sono cresciute le fonti di finanziamento da soggetti stranieri (circa 2,8 miliardi) anche alla luce delle dinamiche delle catene del valore internazionali.

L’outsourcing internazionale della R&S

Escludendo quelle pubbliche e restando tra le fonti estere private di finanziamento, i dati ISTAT dicono che nel 2020 sono state 432 le imprese italiane (con più di 50 addetti) che hanno fornito servizi di R&S verso l’estero e 515 le imprese italiane che hanno acquistato attività di R&S dall’estero.

La quota di attività di R&S fornita all’estero in outsourcing da imprese italiane è il 10,1% e viene esportata da imprese (432) appartenenti soprattutto a gruppi multinazionali esteri (42%) e multinazionali italiane (40%).

Per quanto riguarda le imprese che acquisiscono R&S, si tratta di un numero che si divide in 372 imprese attive nell’Industria e 141 nei Servizi. Il 45% di esse fa parte di gruppi di multinazionali estere, il 39% appartiene a gruppi multinazionali italiani.

La R&S resta dunque una componente industriale svolta soprattutto in Italia. Lo conferma anche il dato delle attività di Ricerca e Sviluppo interamente trasferite all’estero. Nel periodo 2018-2020 ammontano infatti al 7,6% del complesso delle attività nazionali delocalizzate, però la tendenza sottolinea una crescita del fenomeno rispetto al triennio precedente.

Nel periodo considerato la stragrande maggioranza (64,4%) delle attività di R&S nazionale è stata trasferita nell’ambito della UE27 o in altri paesi europei (20%) e UK (8,9%). Le funzioni di Ricerca e Sviluppo vengono portate anche in USA e Canada (13,3%) e più raramente in India (6,7%), Cina (4,4%), Centro e Sud America (4,4%).

Questa bassa propensione al trasferimento ha probabilmente protetto in parte la R&S italiana dai danni collaterali derivati dagli effetti del riposizionamento delle catene del valore più lunghe tuttavia la concentrazione della R&S italiana nella Unione Europea la espone probabilmente di più agli effetti delle nuove crisi sistemiche di carattere geopolitico (guerra economica e crisi energetica) che potrebbero avere le peggiori ricadute proprio nella UE secondo la OECD.

Per quanto riguarda invece la Ricerca e Sviluppo delle imprese multinazionali in Italia, la spesa si assesta nel 2020 a 4.1 miliardi, circa un terzo della R&S svolta dalle imprese in Italia.

Più di 2.5 miliardi della R&S è svolta dall’industria manifatturiera, con migliori performance delle multinazionali nel comparto della fabbricazione macchinari (512 milioni), in quello della fabbricazione di computer e apparecchiature elettriche (511), chimica e farmaceutica (446), automotive (415).

La maggior parte di queste multinazionali sono controllate da imprese residenti negli Stati Uniti (21,5% della R&S sul totale imprese a controllo estero), Francia (17,5%), Germania (14,3%), Regno Unito (9,1%).

Per approfondimento: Scarica R&S Dati statistici Settembre 2022

Per approfondimento:

Investimenti in R&S e brevetti: l’Unione Europea in comparazione con Stati Uniti e Cina – marzo 2022

La Ricerca e Sviluppo internazionale. Gli input ‘20-’21 e gli output ‘21-’22

Scarica R&S Dati Statistici 2023

 

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