Roma, 19 novembre 2021
Nel Pnrr e nella legge di bilancio risorse crescenti per ricerca e università.
Vogliamo avviare una fase nuova di condivisione con i privati
Così il ministro Cristina Messa intervenendo alla Giornata Airi dove ha premiato
i 5 vincitori della prima edizione delle Borse di Studio intitolate a Renato Ugo
Etica e tecnologie digitali al centro del dibattito che ha aperto i lavori dell’Associazione italiana per la ricerca industriale.
Fondi di caffè che diventano bioplastiche, concentratori solari più performanti dei pannelli fotovoltaici, scarti di allevamento ittico che azzerano la ruggine nelle navi, farmaci in grado di semplificare la cura della psoriasi, un detergente a basso impatto. Sono questi i cinque progetti vincitori della prima edizione delle Borse di studio dell’Airi dedicate a Renato Ugo, chimico di fama mondiale è stato presidente dal 1983 al 2019 dell’Associazione italiana per la ricerca industriale.
I cinque laureandi hanno potuto presentare i loro progetti stamane nel corso della Giornata Airi svoltasi a Roma presso la sede di Unioncamere. Si tratta di: Elisabetta Borselleca dell’Università degli Studi di Napoli Federico II; Lorenzo Ferrando e Stefano Seccia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca; Sofia Selmi dell’università di Modena e Reggio Emila; Katia Galli dell’università di Parma.
A premiarli direttamente il ministro dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa. “La collaborazione con Airi è preziosa: è un interlocutore molto importante per il settore pubblico perché consente uno scambio diretto tra chi fa ricerca finalizzata e ricerca non finalizzata. Al ministero che dirigo è naturale collaborare con i giovani ma l’attenzione che dovremmo rivolgere a loro, dovrebbe essere ancora più forte” ha sottolineato il ministro nel suo intervento. “Sia nel PNRR che nella legge di bilancio ci sono capitoli di spesa importanti dedicati alla ricerca e all’Università. Si tratta di misure progressive, e per la politica è un’anomalia, perché guardiamo a lungo termine” ha proseguito Messa, ricordando come all’università e alla ricerca siano destinati 450 milioni nel 2022 che saliranno stabilmente a 850 milioni nel 2024 e 2025. “Parte di questi fondi saranno utilizzati anche per il reclutamento del personale, pari a circa mille persone l’anno, con un percorso più veloce rispetto a quello attuale. Anche in quest’ottica vogliamo avviare un lavoro di condivisione con i privati, anche pensando a quando il PNRR sarà ultimato. Dobbiamo creare delle filiere, avendo 6 miliardi e 60 progetti da gestire, in cui condividere anche i percorsi formativi, e permettere uno sfruttamento dei risultati della ricerca più immediato, valorizzando i brevetti in tempi più rapidi. Non bastano però solo i soldi, dobbiamo cambiare le regole coinvolgendo il Parlamento e il sistema. Serve un movimento di opinione, che consenta a pubblico e privato di collaborare, senza perdere la propria natura” ha concluso Messa.
“Abbiamo lanciato il bando a giugno, ricevendo 170 proposte da parte di studenti che intendano svolgere o abbiamo in corso di svolgimento, una tesi di laurea sperimentale indirizzata alla ricerca industriale in chimica e chimica industriale, scienze dei materiali, biotecnologie industriali, chimica e tecnologia farmaceutiche, chimica fine e delle specialità” ha spiegato nel corso della premiazione il presidente di Airi, Andrea Bairati. “Abbiamo scelto cinque progetti, a ciascuno andranno 5.000 euro. Per gli altri partecipanti però non finisce qui: tutti i loro curricula verranno resi disponibili, per eventuali contatti a fini di lavoro, alle 73 aziende associate ad Airi, che ogni anno investono 3,5 miliardi in ricerca” ha proseguito. “La ricerca industriale è una delle chiavi per recuperare una crescita stabile e duratura, creando lavoro di qualità. Per questo abbiamo bisogno di valorizzare giovani che studiano le materie STEM, e che guardino alla ricerca industriale come sbocco professionale qualificante. E lo facciano, riflettendo su uno sviluppo che sia sostenibile anche dal punto di vista etico e degli usi della tecnologia”.
A consegnare le borse di studio insieme alla ministra e Messa e al presidente Bairati, Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco; Marco Zibellini di Farmindustria; Lucio Pinto, Direttore della Fondazione Silvio Tronchetti Provera in rappresentanza degli sponsor dell’iniziativa.
“Questa Borsa è il miglior modo per ricordare Renato Ugo, che sempre si è impegnato per promuovere la formazione dei giovani, e per facilitare la collaborazione tra ricerca pubblica e quella privata. La ricerca industriale italiana ha bisogno di giovani competenti e preparati in grado di affrontare nuove e sempre più stringenti dinamiche socioeconomiche. Soffriamo la mancanza di giovani, e soprattutto donne, nella formazione delle materie STEM” ha spiegato la presidente della Fondazione Bracco, Diana Bracco.
“La presenza di giovani nel nostro settore è già molto elevata, così come la presenza femminile. In ricerca e sviluppo nell’ultimo anno abbiamo investito 1,6 miliardi, soprattutto nel settore clinico, dove si sono raggiunti risultati impensabili anche solo rispetto a due anni fa, grazie alla collaborazione pubblico-privato. Ecco perché dobbiamo far crescere competenze e eccellenze nel settore farmaceutico” ha sottolineato Marco Zibellini, direttore della direzione scientifica di Farmindustria.
“Ho collaborato con Renato Ugo per oltre 30 anni, la sua conoscenza tecnologica e la capacità di indicare le nuove direzioni della ricerca industriale, ne fanno uno dei fautori della crescita di questo settore. Senza conoscenza non c’è futuro, diceva. Noi abbiamo aderito, perché festeggiamo i nostri 20 anni di storia e molte delle ricerche che ancora oggi portiamo avanti sono frutto del lavoro che facemmo con Renato Ugo” ha commentato Lucio Pinto, della Fondazione Silvio Tronchetti Provera.
Il binomio etica e tecnologie digitali è stato anche al centro della prima parte della giornata Airi. Nel corso della tavola rotonda si è discusso di come la persona e le aspettative ed esigenze della società devono essere al centro del processo di innovazione, con un cambiamento culturale che riguardi i processi di produzione, la formazione, il lavoro, le modalità di collaborazione ed i modelli di business. Ne hanno discusso Paolo Volontè del Politecnico di Milano, Mirella Cerutti di Sas, Alessandro Pane di Ericsson Telecomunicazioni, Antonio Nardelli di Engineering, Stefania Ascione di Intesa Sanpaolo, Aldo Olcese, Real academia de ciencias economicas y financieras di Barcellona, Mario Manzo della Fondazione Torino Wireless.
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